Nell’ambito delle iniziative programmate dal Comune di Terlizzi per il 79° anniversario dell’Eccidio alle Cave Ardeatine, questa mattina una delegazione di alunni delle classi quinte della Scuola Primaria “don Pietro Pappagallo” ha preso parte al corteo istituzionale organizzato dal Comune di Terlizzi, che ha visto la partecipazione non solo delle cariche politiche locali e delle scuole cittadine, ma anche delle associazioni ANPI, dei volontari Polizia di Stato, Bersaglieri e Carabinieri.
Il corteo, partito da Piazza IV Novembre dal Palazzo di Città, ha attraversato le vie principali del paese e si è soffermato sui luoghi simbolo della Libertà e Democrazia, deponendo corone di alloro ai piedi della lapide in memoria dei soldati terlizzesi caduti in guerra, e del Monumento ai Caduti.
La deposizione è stata accompagnata dall’esecuzione de “Il Silenzio Militare Italiano” e dell’Inno Nazionale , proprio a rimarcare il valore del gesto e dell’estremo sacrificio compiuto dai nostri concittadini coinvolti e travolti dalla guerra.
Durante la deposizione della corona d’alloro, il silenzio ha caratterizzato e coinvolto i partecipanti al corteo e l’intera piazza: la partecipazione, seppure simbolica, al gesto compiuto dal Sindaco, ing. Michelangelo De Chirico, è stata intensa e sentita.
Il corteo si è poi recato in un altro luogo simbolo della Libertà e Democrazia, in Largo La Ginestra, dove è ospitata la statua dedicata alla memoria dei due martiri terlizzesi, don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo.
Qui, dopo aver deposto una corona d’alloro ai piedi della statua e aver reso omaggio al loro sacrificio, le scolaresche sono intervenute con riflessioni, poesie e canti.
Nei giorni precedenti l’evento, tutti gli alunni delle classi quinte hanno avuto modo di affrontare ed approfondire temi legati al valore della Dignità Umana, della Fratellanza tra popoli, della Libertà, dell’Uguaglianza e del grande valore che lega in modo speciale la Vita alla Pace. Gli alunni hanno scoperto, nella figura di don Pietro un precursore dei valori sanciti dalla Costituzione Italiana: il sacerdote, infatti, è stato in grado di coniugare, nel quotidiano, preghiere e gesti concreti, gesti volti a salvare vite umane, indipendentemente dal credo politico, religioso e appartenenza ad un gruppo etnico.
La sua opera è stata definita una “Buona Battaglia”, che, mediante gesti concreti lo ha portato non a perdere la vita, ma a “guadagnare” la vita, la vita delle tante persone che ha salvato. Il suo insegnamento resta sempre attuale e, ora più che mai, un modello da seguire.